Covid: che cosa succede con varianti e reinfezioni. Il report Iss

L’ultimo rapporto del primo aprile attesta che, per quanto i vaccini ci proteggano dai casi di infezione grave, è sempre utile adottare atteggiamenti prudenti

A chi si chiede che cosa stia succedendo con i contagi da Covid-19, le possibili reinfezioni e la diffusione delle varianti, alcune risposte sono date dall’ultimo Report esteso di Istituto superiore di sanità. Lo studio è datato primo aprile ed è un riepilogo di quanto è stato registrato negli ultimi mesi con la pandemia, messo a confronto anche con i numeri del 2020 e del 2021. Il quadro è confortante, se si guardano le curve dei decessi, delle ospedalizzazioni e delle infezioni gravi ma non è tale da indurre atteggiamenti di totale tranquillità. Al di là di allarmismi, il report registra la presenza di nuove varianti più contagiose, una tendenza al contagio di fasce di popolazioni giovani, bambini e adolescenti, e un aumento della probabilità di reinfettarsi dopo aver contratto il Covid, magari dopo molti mesi, o dopo aver ricevuto il ciclo vaccinale.

Covid: che cosa è successo nel 2022

Le ultime varianti, in particolare, sembrano responsabili del rischio di reinfezioni: per esempio nelle persone che avevano contratto la malattia con la variante Delta, molto tempo fa, e ora devono fronteggiare la Omicron. Molti giornali hanno sottolineato la possibilità delle reinfezioni. Iss ricorda che dal 24 agosto 2021 al 30 marzo 2022, sono stati segnalati 299.837 casi di reinfezione, pari a 3,1% del totale dei casi notificati. Si tratta di una percentuale più alta, in termini assoluti, rispetto all’anno scorso ma va detto che la probabilità di reinfettarsi resta limitata. L’arma più importante contro il contagio restano vaccino e dose booster. I dati presenti nel report Iss mostrano che i vaccini e il numero dei tamponi effettuati – segno di una consapevolezza più ampia dei rischi e di un monitoraggio più esteso – hanno prodotto conseguenze visibili nel numero di contagi con sintomi gravi.

Emilio Didonè, dalla segreteria nazionale Cisl, invita alla prudenza nei comportamenti, a cominciare dall’utilizzo corretto delle mascherine al chiuso. Ultime fonti di informazione aggiungono che il governo starebbe riflettendo sull’opportunità di mantenere l’obbligo delle mascherine nei locali chiusi anche dopo il 30 aprile.