Coronavirus: la situazione migliora grazie al vaccino, ma non abbassiamo la guardia

Un interessante studio pubblicato sulla autorevole rivista scientifica Lancet Infectious Diseases, dei ricercatori della Yale School of Medicine ha studiato le infezioni da Covid-19 “breakthrough”, ovvero quelle che si verificano in persone completamente vaccinate.

I ricercatori hanno esaminato i dati riguardanti 969 pazienti, che sono risultati positivi a Sars-CoV-2, ricoverati tra marzo e luglio 2021 e inclusi nel database Yale New Haven Health.

Dei 969 pazienti, 54 erano completamente vaccinati al momento del ricovero o dell’insorgenza dei sintomi.

Di questi 54 individui, 14 hanno avuto malattia grave e quattro hanno avuto necessità di un ricovero nell’unità di terapia intensiva.

L’analisi dei dati ha mostrato che la maggior parte delle infezioni dei vaccinati più gravi si sono presentate in anziani con un’età media pari a 80,5 anni, e che presentavano altri fattori di rischio, quali obesità o diabete, quindi con più comorbilità.

I ricercatori sottolineano che, anche se questo studio si è concentrato sulle infezioni breakthrough, è importante notare che oltre il 94% dei pazienti ricoverati non era stato completamente vaccinato al momento del ricovero, e che i loro dati confermano ancora una volta che i vaccini sono estremamente efficaci.

A casa nostra, in Italia, negli ospedali sono ricoverati quasi esclusivamente non vaccinati e tutti gli indicatori di “allerta” sono in calo.

Lo rileva il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe, che sottolinea come in ospedale ci siano “quasi esclusivamente persone non vaccinate”.

Dai decessi per Covid ai contagi, la settimana 8 – 14 settembre, rispetto alla precedente, ha visto tutti i numeri in calo: scendono -14,7% i nuovi casi (33.712 rispetto a 39.511), del -6,7% i decessi (389 rispetto 417), dell’-8,8% le persone in isolamento domiciliare (117.621 rispetto a 128.917), del -3,3% i ricoveri con sintomi (4.165 rispetto a 4.307) e del -1,6% le terapie intensive (554 rispetto a 563).

A livello nazionale il tasso di ricovero rimane basso (7% in area medica e 6% in area critica), anche se persistono notevoli differenze regionali: per l’area medica si collocano sopra la soglia di allerta del 15% Sicilia (21%) e Calabria (17%); per l’area critica sopra la soglia di allerta del 10% Marche (13%), Sicilia (11%) e Sardegna (11%).

Iniziano a scendere anche gli ingressi giornalieri in terapia intensiva, con una media mobile a 7 giorni di 36 ingressi/die rispetto ai 42 della settimana precedente.

In merito alla campagna vaccinale, si registra una frenata delle prime somministrazioni (meno 200 mila rispetto alla settimana precedente), e l’esitazione vaccinale persiste soprattutto negli over 50.

I numeri confermano l’efficacia dei vaccini nel ridurre decessi (96,3%), ricoveri ordinari (93,4%) e in terapia intensiva (95,7%).

“In questo contesto – denuncia la segreteria nazionale FNP – consideriamo molto discutibili le prese di posizione di noti personaggi pubblici, tra cui medici e politici, che, sovvertendo anche i dati scientifici, alimentano dubbi e disinformazione e mettono a rischio la salute delle persone. Soprattutto di coloro, ancora indecisi, che non si sono ancora vaccinati.”

Leggi la nota completa