Poche risorse ai servizi domiciliari, scarsa attenzione all’inclusione sociale dei disabili

Lo scorso 6 luglio si è svolto l’incontro “Il welfare delle riforme? Le politiche lombarde tra norme e attuazione” organizzato da LombardiaSociale.it (LS) con l’obiettivo di presentare un’analisi sulle politiche di welfare messe in campo durante la Legislatura 2013-2018 di Regione Lombardia e di discutere delle prospettive future di questo settore con gli assessori regionali Bolognini e Gallera.

Occorre ricordare che la FNP CISL Lombardia è uno dei promotori principali del sito web Lombardia Sociale che è al tempo stesso osservatorio indipendente sulle politiche di welfare lombardo (attivo dal 2011) e strumento di lavoro e approfondimento.

Il professor Gori, direttore di LS, ha illustrato i contenuti dell’analisi svolta sulla Legislatura lombarda conclusasi pochi mesi fa; l’obiettivo che si sono prefissi è infatti quello di mettere a fuoco le politiche di welfare a partire dai risultati e dall’esperienza dei cinque anni precedenti. Tale lavoro è stato redatto anche nel volume edito da Maggioli editore “Il welfare delle riforme? Le politiche lombarde tra norma e attuazione”.

L’analisi si è posta come principali target delle azioni promosse da Regione Lombardia gli anziani non autosufficienti, i giovani e gli adulti con disabilità, i minori e le famiglie, i soggetti a rischio di esclusione sociale; è bene sottolineare che, per gli autori, nel concetto di welfare sono compresi i settori sociali, sociosanitari e socioeducativi.

La scorsa Giunta ha proseguito il trend storico regionale, ovvero di destinare poche risorse ai
settori sociosanitario e sociale. Quella di non puntare sul welfare è stata una scelta strategica. Nonostante si sia assistito ad una crescita dei fondi, questa si è rilevata inadeguata per i servizi nei territori.

Tradizionalmente la Lombardia era una delle regioni che destinava meno risorse ai servizi domiciliari. Nel periodo 2013-2018 si è però verificato un segno di discontinuità; non è stata modificata la rete di offerta attraverso l’introduzione di nuove tipologie di strutture, ma è stato deciso di prediligere altre misure di residenzialità leggera, RSA aperte, assistenza domiciliare (ADI) ecc…

Lombardia Sociale ha individuato l’esplosione di un welfare sempre più sanitarizzato: l’esempio più lampante è la tendenza a sovrapporre gli interventi per gli anziani non autosufficienti completamente con quelli per i malati cronici, a volte i bisogni coincidono ma non è sempre così. Anche nel settore della disabilità si è lavorato molto sull’assistenza sanitaria e poco sull’inclusione sociale.

La “Presa in carico” è l’obiettivo maggiormente dichiarato, ma anche il meno raggiunto; la traduzione in pratica appare molto difficile e per ora debole.


Cliccando qui è possibile scaricare la presentazione della relazione introduttiva di Cristiano Gori