Il rapporto di Itinerari previdenziali registra gli effetti della pandemia: dai decessi che hanno ridotto le voci di spesa previdenziali ai rallentamenti burocratici
I conti Inps nel 2020 registrano 1,1 miliardi di euro in meno di spesa pensionistica. Lo annuncia il nono rapporto di Itinerari Previdenziali, sintetizzato da Ilaria Storti sul quotidiano Conquiste del lavoro del 15 febbraio. Soltanto, quello che, dal punto di vista finanziario, appare come un “risparmio” è il risultato della pandemia, dovuto, cioè all’aumento dei morti sopra i 65 anni, molti dei quali pensionati, a causa del Covid-19. È un altro degli effetti dei difficili anni che attraversiamo e che, secondo una stima, porterà, fino al 2029, a un risparmio di spesa di 11,9 miliardi.
A scendere, in realtà, non sono solo le pensioni, ma in parte sono calate anche le prestazioni assistenziali, come pensioni per invalidi civili, indennità di accompagnamento, pensioni e assegni sociali e pensioni di guerra. Il lockdown e la chiusura nel 2020 di alcuni sportelli fisici, il generale rallentamento delle procedure burocratiche e amministrative sono tra le cause citate.
Conti Inps nel 2020: le incongruenze
Secondo Itinerari Previdenziali, nelle voci di spesa Inps restano alcuni aspetti sui quali riflettere. L’alto numero delle prestazioni assistenziali, per esempio, fa pensare: coinvolge 7.686.501 pensionati, cioè il 47,92% dei 16.041.202 pensionati totali. Le pensioni di invalidità, vecchiaia e superstiti, pagate da oltre 40 anni, sono più di 476mila. Incidono sui conti dell’ente previdenziale anche le pensioni di vecchiaia erogate da più di 40 anni.
Secondo Itinerari Previdenziali, visti i dati del 2020, la soluzione di Quota 102 per l’accesso alla pensione (almeno 64 anni il di età e 38 di contributi) potrebbe essere mantenuta, se si agganciasse all’aspettativa di vita e si utilizzasse insieme interamente il calcolo contributivo.
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