Per combattere la povertà lo strumento c’è già: Il reddito di inclusione

In queste settimane si parla molto del Reddito di cittadinanza, la misura con cui il MoVimento 5 Stelle promette di “abolire la povertà” in Italia.

Eppure uno strumento per sostenere chi si trova in condizione di indigenza già esiste nel nostro Paese: si chiama Reddito di Inclusione (REI) ed è attivo nella forma attuale da quasi un anno. Se ne parla poco, ma si tratta di un intervento che nei primi sei mesi di implementazione ha raggiunto circa un milione di persone.

Il REI è il primo passo che avvicina l’Italia agli altri Paesi europei che possiedono un “reddito minimo di inserimento”, ovvero una misura nazionale a sostegno di tutte le persone in povertà.

Un risultato al quale si è arrivati grazie alla continuità con cui, nel corso degli ultimi anni, le misure anti-povertà sono state progressivamente estese e migliorate anche grazie al dialogo tra istituzioni e organizzazioni che si occupano proprio di questi temi.

Al di là degli slogan, se l’attuale Governo intende davvero combattere la povertà dovrebbe evitare la via “rivoluzionaria” e partire da quanto già c’è.

La povertà infatti – e purtroppo – non si abolisce per decreto: per aggredire questo fenomeno servono politiche pubbliche complesse e strategie di lungo periodo volte a contrastare in maniera mirata le diverse forme con cui si presenta il fenomeno, facendo i conti anche con la necessaria gradualità che contraddistingue questo genere di interventi.

Il sito di secondo Welfare ripercorre le varie tappe che hanno portato alla costituzione del REI e approfondisce l’argomento.

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