Case di riposo: I morti e le responsabilità. Interviene Emilio Didoné

Rsa, le morti silenziose dei nostri anziani nelle Residenze sanitarie assistenziali non diventino solo un capro espiatorio mediatico

Di Emilio Didoné, Segretario Generale FNP CISL Lombardia

 

Il 17 marzo la Fnp Cisl ha denunciato, unitariamente con i sindacati pensionati di Cgli e Uil, la forte preoccupazione per la decisione della regione Lombardia di “individuare anche le Rsa case di riposo per anziani come strutture ospitalità di pazienti Covid 19 dimessi dalle strutture ospedaliere”.

Era “inopportuno e irragionevole” il solo pensare di mettere in sicurezza gli ammalati del Covid 19 dimessi dagli ospedali dentro le Rsa in presenza di altri ospiti anziani, senza rischiare di mettere a repentaglio la salute di questi anziani già provati per le patologie croniche di cui spesso soffrono.

Questa proposta di Regione Lombardia non avrebbe potuto garantire la necessaria sicurezza degli ospiti anziani oggi ricoverati in molte Rsa lombarde non adeguate a tali accoglienze infettive.

Zero ascolto da parte di Regione e Ats con zero risposte, ma purtroppo i fatti ci hanno dato ragione: “gli anziani più fragili sono diventati le vittime sacrificabili al coronavirus nel silenzio assordante di molti in quei giorni”.

La situazione delle Rsa per anziani si è fatta sempre più grave, con i sindacati pensionati che hanno continuato a fare pressione sulle Istituzioni competenti e Prefetture in tutta la Lombardia per ottenere interventi urgenti, che interrompessero quella che è ormai si stava rivelando come “una vera e propria decimazione di una generazione”.

Stimolati dall’opinione pubblica, anche Tv, social e giornali hanno incominciato ad occuparsene.

Sono intervenuti Nas, Guardia di Finanza con più puntuali controlli e la Magistratura ha avviato anche una serie di inchieste che coinvolgono alcune case di riposo prestigiose come Pio Albergo Trivulzio, Don Gnocchi, Sacra Famiglia nel milanese ma anche altre, a macchia di leopardo, in tutto il Paese. Inoltre, le ispezioni dei Nas, che hanno ravvisato criticità in molte strutture, hanno fatto emergere con forza la mancanza di un controllo più capillare e continuo territorio da parte delle Istituzione pubbliche, che troppo spesso intervengono solo a danno compiuto.

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