Case popolari, vinto il ricorso in Lombardia sui punteggi assegnati ai residenti

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La sentenza: la durata della residenza non può prevalere sul bisogno

Nei requisiti per accedere alle case popolari, i punteggi assegnati alla residenza in loco non devono prevalere sul bisogno. Queste le conclusioni di una sentenza del Tribunale di Milano, che ha accolto il ricorso contro Regione Lombardia e Comune, promosso da tre associazioni (AsgI, Avvocati per niente, Naga), dalle organizzazioni sindacali confederali e degli inquilini e da un cittadino dello Sri Lanka, tutti assistiti dagli avvocati Alberto Guariso, Marta Lavanna e Livio Neri.

Il ricorso menzionava il Regolamento regionale per l’accesso agli alloggi pubblici (n. 4/17), secondo il quale, per esempio, un richiedente che ha sempre vissuto regolarmente a Milano ha un punteggio superiore a quello di un cittadino arrivato da poco, anche se in una condizione di forte bisogno. La sentenza osserva che questo è in contrasto con i principi affermati dalla Corte Costituzionale.

La condotta di Regione Lombardia è stata definita dalla giudice Valentina Boroni “discriminatoria”.

Nel comunicato stampa diffuso il 21 febbraio da Asgi, Naga, Apn, Cgil Lombardia, Cisl Lombardia, Uil Lombardia, Sicet Lombardia, Sunia Lombardia, Uniat Lombardia, si legge:

Le associazioni promotrici e le organizzazioni sindacali esprimono piena soddisfazione per il risultato ottenuto e al contempo rammarico per la mancata revisione, da parte della Regione, rispetto alle richieste da tempo avanzate su questo punto in occasione della recente revisione del Regolamento; auspicano che ora non ci siano situazioni che possano rendere più complesso il ripristino di una situazione conforme ai principi di ragionevolezza, di uguaglianza e di equità affermati dalla sentenza.

Per approfondire:

https://www.cislmilano.it/dettagli_articolo/11696/Lombardia-Tribunale-accoglie-ricorso-sindacati-per-accesso-alle-case-popolari