Calo demografico: gli aumenti della spesa per le famiglie non incidono sulle nascite

Il calo demografico continua a essere un punto debole della società italiana. L’edizione 2021 del Rapporto del Think Tank “Welfare, Italia”, menzionata, tra l’altro, da un articolo di Ilaria Storti su “Le Conquiste del lavoro” del 23 novembre, rileva che l’aumento della spesa sul welfare non influisce su una tendenza che da undici anni vede diminuire le nascite. Gli interventi di sostegno alle famiglie, a partire dal 2020, complice la pandemia, sono cresciuti rispetto agli anni precedenti: secondo lo studio, il trend ha coinvolto sanità, politiche sociali, previdenza e anche istruzione. L’incremento del 2020, rispetto al 2019, è stato calcolato dallo studio in 50 miliardi di euro, mentre nel 2021 raggiungerà un totale stimato in circa 632 miliardi di euro, con una crescita di circa 6 miliardi di euro rispetto all’anno prima.

Scrive Ilaria Storti che il Pnrr destinerà al welfare non meno di 41,5 miliardi, pari al 22% del budget del Piano, grazie alle diverse azioni previste nelle Missioni 4 (Istruzione e Ricerca), 5 (Inclusione e Coesione) e 6 (Salute)”.

Calo demografico: il Pnrr non basta

I fondi del Pnrr sono un buon inizio, ma non bastano a invertire la tendenza del calo demografico. Secondo Istat, in Italia il rapporto tra nascite e decessi, nel 2020, è stato in negativo di 342 mila unità.
Questo avrà delle conseguenze sul sistema previdenziale e sul sistema economico sociale, incidendo sul rapporto tra pensionati e giovani attivi. Si legge nell’articolo di Ilaria Storti:

“Nel 2021 i nuovi nati saranno meno di 400 mila. “L’involuzione della situazione demografica del nostro paese – sottolinea la ministra delle Pari Opportunità, Elena Bonetti – va oggi riconosciuta come una delle fragilità sistemiche che o risolviamo o altrimenti si rischia di rendere irreversibile un declino che andrà ad avere effetti su tutti gli altri fronti. Il tema demografico e quello del lavoro femminile, sono stati per troppo tempo scollegati nel nostro approccio, anche nel welfare, e invece possono rappresentare un laboratorio di energia potenziale sul quale poter investire: una leva per lo sviluppo del futuro”. D’altronde, secondo il rapporto “Welfare, Italia”, la piena occupazione femminile creerebbe 110 miliardi di Pil aggiuntivo”.