Bollette elettriche alle stelle. La CISL: Il governo intervenga

Dal primo ottobre la bolletta elettrica aumenta del 40%.

L’annuncio del ministro della Transizione ecologica, Cingolani, fa infuriare in molti.

Non perché l’aumento delle tariffe sia una sorpresa.

Il gas, così come il petrolio e la maggior parte delle materie prime, non solo quelle legate all’energia, ha subito aumenti esponenziali. Ma il Governo ha a disposizione alcune leve su cui agire per calmierare i prezzi.

Prezzi che incidono sull’inflazione, sul potere d’acquisto, sui consumi e, dunque, sulla ripresa.

Non a caso, secondo il segretario confederale della Cisl, Giulio Romani,  la previsione di aumento delle tariffe elettriche annunciata dal ministro Cingolani, è “inaccettabile”. 

“Dopo un anno di prezzi bassissimi delle materie prime, a partire dal greggio – sottolinea il sindacalista – le quotazioni stanno tornando ai livelli pre-pandemia ma questo non legittima aumenti delle tariffe che sarebbero insopportabili e ingiustificabili visto che le tariffe stesse non hanno mai risentito in positivo del periodo di down”.

Il rialzo delle bollette del 40%, che dovrebbe seguire i già elevati aumenti recenti, secondo Romani, “deve essere messo sotto controllo dal Governo che non può consentire una così grave perdita di potere di acquisto per i cittadini e, in particolare, per i lavoratori per i quali anche i tanti recenti rinnovi contrattuali potrebbero diventare inadeguati se vi fosse un’impennata di tutti i prezzi che potrebbe far seguito a quello dell’energia”. 

La ripresa dell’inflazione, ricorda il segretario confederale, “potrebbe essere devastante anche per i conti pubblici se coincidesse con una ripresa dei tassi di interesse”.

Da qui “la necessità di aprire un confronto per un nuovo patto sociale che metta al centro il lavoro, i salari e le tutele dei lavoratori per non vanificare gli effetti positivi che auspichiamo possano venire dagli investimenti previsti dal Pnrr”. 

Continua a leggere su Conquiste del Lavoro