Audizione informale presso la XII Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica sul Ssn

In un momento in cui il Ssn (Servizio sanitario nazionale) del nostro paese, si trovava in una condizione di massima debolezza perché per circa un quindicennio è stato depotenziato economicamente è attaccato dal COVID19.

Questo episodio ha messo in evidenza come e perché la sanità pubblica deve essere salvaguardata.

Il Ssn ha consentito all’Italia di affrontare l’emergenza senza aggiungere alla sofferenza della malattia e alla paura della morte, la preoccupazione del costo di trattamenti.

Si dovrà ripartire, andando oltre le solite dichiarazioni di principio, questo è il momento di agire per riorganizzare e rilanciare il nostro sistema di welfare nelle sue componenti sanitaria, socio sanitario e socio assistenziale, a partire dal territorio.

Una fase nuova che, attraverso una rivoluzione culturale, guardi al sistema sanitario non come una voce di costo, ma come un momento di sviluppo.

È essenziale, quindi, un forte impegno da parte di tutti per riavviare una riorganizzazione del sistema in un contesto di equilibrio tra la rete ospedaliera e quella dei servizi territoriali.

Al Paese serve un Ssn adeguato per tutelare la salute delle persone nei luoghi nei quali esse vivono, partendo dalla prevenzione, passando per le cure primarie e arrivando, ove necessario, anche all’ospedale.

Tale riorganizzazione dovrà essere focalizzata sul ”Distretto socio-sanitario”, in grado da organizzare i servizi in funzione delle persone e della Comunità e di rispondere ai bisogni socio-sanitari del livello locale.

Nell’insieme dell’assistenza territoriale è importante che vengano definiti gli standard e i requisiti qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi per l’assistenza territoriale, e per le strutture residenziali e semi residenziali che operano nell’area della integrazione socio sanitaria.

La questione del vaccino che si colloca nel ragionamento odierno e sul quale è assolutamente prioritario un impegno straordinario a sostegno della campagna vaccinale, soprattutto rispetto alla riduzione dei tempi di somministrazione che dovrà coinvolgere e raggiungere tutta la popolazione.

Il Governo deve rompere ogni indugio e decidere di utilizzare i 37 miliardi messi a disposizione dal Mes sanitario, considerato che tale somma corrisponde ai tagli effettuati nella sanità pubblica negli ultimi dieci anni.

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