Anziani più fragili dopo la tempesta della pandemia: i dati lombardi

Presentata oggi, 8 febbraio, alla Casa della Cultura di Milano, la ricerca condotta dai sindacati dei pensionati sugli anziani dai 65 agli 85 anni

Anziani più fragili dopo la tempesta del Covid-19, più connessi, forse, ma sempre in bilico tra solitudine e assenza di servizi. Si presenta eterogeneo il quadro delineato oggi, martedì 8 febbraio, alla Casa della Cultura di Milano, in via Borgogna, dove è stata presentata l’indagine “Più fragili dopo la tempesta? Ricerca sugli anziani in Lombardia: bisogni, desideri, risorse”. La ricerca è frutto di un lavoro comune di Ars, Associazione per la Ricerca Sociale di Milano e dei sindacati dei pensionati lombardi Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil.

Alla Casa della Cultura, lo studio è stato presentato da Sergio Pasquinelli, Giulia Assirelli e Francesca Pozzoli di Ars. Con loro c’erano Federica Trapletti, Spi Cgil, Onesto Recanati, Fnp Cisl Lombardia, Valeria Cabrini, Uilp Uil, ma anche Guido Agostoni per Anci, Martino Troncatti per Osservatorio su vulnerabilità e resilienza in Lombardia e Lella Brambilla, Forum Terzo Settore Lombardia. Era stata invitata anche Letizia Moratti, assessore al Welfare di Regione Lombardia, che ha mandato un breve videomessaggio di commento sull’iniziativa.

Anziani più fragili dopo la tempesta: i primi dati

Per la ricerca un campione di 1024 anziani, tra i 65 e gli 85 anni, è stato intervistato nel periodo tra luglio e ottobre 2021 per comprenderne stato di salute, bisogni e condizioni sociali, aspettative e preoccupazioni. A metà del 2022 è prevista una seconda fase dello studio con una nuova indagine sugli anziani.
Come hanno spiegato i relatori di Ars, il campione è maggiormente focalizzato sulla fascia dei cosiddetti “giovani anziani”, cioè coloro che hanno di poco superato la soglia dei 65 e e vivono a casa loro. Questo spiega alcuni dati confortanti, come il fatto che 3 anziani su 4 escono tutti i giorni, che la maggior parte degli intervistati dice di avere Internet in casa e che dichiarano di avere un buon grado di autonomia nella vita quotidiana.

Accanto alle luci, però, le ombre: circa 100 mila anziani vivono confinati in casa, quasi 260 mila vivono da soli e senza poter contare su aiuti in caso di bisogno. Per la maggior parte dei casi, vivono in case di proprietà che non vogliono lasciare, ma un anziano su tre ammette di dover gestire difficoltà strutturali, a partire dai gradini o porte troppo strette. La metà degli anziani parla di barriere architettoniche come assenza di ascensori o rampe.

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