Anche per Regione Lombardia privato non è più bello

Le dichiarazioni rilasciate dal Presidente della Regione Lombardia sul Corriere della Sera di oggi sono inaccettabili.

Il modello sanitario lombardo, a distanza di 5 anni dalla legge che l’ha istituito, ha dimostrato tutte le sue debolezze e le sue lacune, che con l’arrivo del Covid 19 si sono purtroppo concretizzate in oltre 15.000 morti, soprattutto tra gli anziani.

Quando Fontana afferma che si stava già rafforzando la medicina del territorio, omette di dire che il percorso di attivazione della rete territoriale assistenziale ci è stato presentato nel mese di luglio dello scorso anno e poi, inspiegabilmente, tutto si è fermato.

L’unica cosa che è stata fatta da luglio all’inizio del 2020 è stata la riorganizzazione della rete ospedaliera, attraverso chiusure di reparti e riduzioni di servizi, senza compensare i tagli con interventi sul territorio.

Noi in rappresentanza del sindacato pensionati abbiamo più volte e in tantissime occasioni fatto presente a Regione Lombardia le criticità di quel percorso che rischiavano, ancora una volta, di rivelarsi un fallimento come lo è stato il modello di “presa in carico” dei malati cronici avviato nel 2018.

Nessuna attenzione è stata prestata da Regione Lombardia ai nostri contributi e il risultato, purtroppo, si è visto nell’emergenza.

Sulle migliaia di morti all’interno delle RSA è quantomeno stucchevole il continuo rimpallo di responsabilità tra Regione Lombardia ed i gestori delle RSA. 

Il presidente dice che il compito della regione è controllare il rispetto dei protocolli, ci dica se questo è avvenuto e come.

Sempre il presidente Fontana scarica le responsabilità sulle RSA asserendo che si tratta di enti privati, confermando la critica più forte che abbiamo sempre fatto.

Privatizzare la salute dei cittadini facendola diventare occasione di profitto è stato un errore, ora implicitamente riconosciuto dallo stesso presidente.

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Comunicato di FNP SPI  UILP Lombardia