Il comunicato unitario dei sindacati dei pensionati, dopo la sentenza a proposito della quota sanitaria di un malato di Alzheimer ospite di una Rsa
A proposito di Alzheimer, non autosufficienza e residenze socioassistenziali i sindacati dei pensionati hanno diffuso un comunicato unitario che osserva: non bastano le sentenze, occorre completare la riforma. Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil si riferiscono a una notizia di poche settimane fa, quando una sentenza della Corte di Cassazione ha attribuito alla Rsa e non alla famiglia il costo della retta di un malato di Alzheimer. La sentenza, – non l’unica di questo avviso – ha considerato l’intero ammontare della retta, nel caso in questione, qualificabile come una quota sanitaria e quindi da attribuire al Servizio nazionale.
I sindacati ricordano però che la sentenza interviene a legislazione invariata, non raccomanda un intervento legislativo e agisce in riferimento ad uno specifico caso individuale.
Alzheimer e non autosufficienza. Il problema
Per quanto la sentenza sia un precedente importante, non basta per risolvere il problema. Se, infatti, il fondo sanitario statale non cambia, il rischio è di un aumento dei contenziosi tra le famiglie e le Rsa.
Dichiarano i sindacati:
Quanto sta accadendo conferma dunque l’urgenza di attuare la Riforma della Non Autosufficienza (nello specifico la legge 33/2023 e il D.Lgs attuativo 29/2024 come abbiamo reclamato2 ), assicurando un adeguato finanziamento ad oggi del tutto insufficiente. Per riaffermare così il principio di equità del diritto alle cure e all’assistenza del nostro sistema socio sanitario pubblico, universale e uniforme superando frammentarietà e disuguaglianze tra le diverse aree del Paese e, soprattutto, per dare così risposte concrete e certe a milioni di persone anziane e alle loro famiglie.