Allarme dei sindacati: semplificare sì, ma rispettando diritti e sicurezza

Semplificazioni ma no al far west. Soprattutto negli appalti.

Lo chiedono i sindacati e anche esponenti della maggioranza, inclusa la ministra delle Infrastrutture, De Micheli. Nel settore degli appalti, lavori, servizi e forniture, sottolineano in una nota unitaria i segretari confederali di Cgil, Cisl, Uil, Giuseppe Massafra, Andrea Cuccello, Tiziana Bocchi, ”l’innovazione e la semplificazione, necessarie per rilanciare la competitività del Paese, possono avere luogo assumendo una politica di rigore e chiarezza, non certo attraverso scorciatoie inutili e dannose”.

Se la Legge “Sblocca Cantieri” ha di fatto avuto l’effetto opposto rispetto ai principi enunciati, rendendo ancora più incerto il quadro legislativo, sostengono i sindacati, è ”necessario non incrementare questa incertezza con nuove regole, ma, al contrario, aggiornando il codice sugli aspetti della semplificazione per dare immediato impulso alla ripartenza”.

Cgil CIsl e Uil ribadiscono le proprie proposte, a cominciare da quelle di semplificazioni procedimentali ante gara, emissione di un’unica autorizzazione per l’avvio dei lavori, riduzione e qualificazione delle Stazioni Appaltanti (dalle attuali 35.000 a 1.500), digitalizzazione della Pubblica Amministrazione.

I sindacati chiedono inoltre la definizione dell’elenco delle opere prioritarie da realizzare tra Governo e Regioni e investimenti strutturali in aggiunta alle risorse dei Fondi Strutturali Europei.

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