Ageismo: discriminare gli anziani anche nelle cure mediche

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I dati di ricerche internazionali: persino i test sui farmaci trascurano la terza età

Ageismo è una forma di discriminazione che tende a valutare o svalutare le persone in base alla loro età. L’ageismo nei confronti degli anziani è oggi riconosciuto come un problema, tanto più che, in base alle stime dell’Organizzazione mondiale della sanità, entro il 2050 una persona su 5, nel mondo, avrà più di 60 anni. Negli ultimi giorni è stata un’iniziativa di Fondazione Menarini, con il patrocinio della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, a sollevare la questione, annunciando un manifesto contro l’ageismo, la Carta di Firenze. Il manifesto è stato presentato in occasione del congresso “Anti-ageism Alliance. A Global Geriatric Task Force for older adults’ care”, che si è tenuto nella città toscana il 5 e 6 aprile.

Studi internazionali rilevano che gli anziani figurano in modo minoritario persino negli studi clinici per la sperimentazione di farmaci: un paradosso, perché, nella maggior parte dei casi, saranno i primi ad averne bisogno. Tanti sono i volti dell’ageismo: per esempio, si pensa che oltre una certa età la risposta alle cure diminuisca in modo talmente sensibile da rendere vana la terapia. Oppure, si preferisce escludere gli anziani da cure sperimentali avanzate.

I costi sociali dell’ageismo

Frutto di una concezione che tende a risparmiare risorse a favore di fasce di popolazione con maggiori aspettative di vita, l’ageismo, oltre che una questione etica, può diventare un boomerang per i sistemi sanitari. Un anziano curato in modo poco efficace va incontro a ricadute e a nuove ospedalizzazioni, aumentando i costi sociali.
Gli effetti negativi dell’ageismo si riflettono anche sulla persona. Secondo alcuni studi, l’anziano che introietta una percezione svalutante e rassegnata ha un rischio di mortalità, entro 9 anni, fino a 4 volte più alto.

Lavorare contro l’ageismo, suggeriscono i geriatri firmatari della Carta di Firenze, è possibile cominciando dalla formazione degli operatori. Non è vero, ad esempio, che anziani e grandi anziani non possano ricevere benefici dalle terapie.

Per approfondire:

https://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=121361

https://www.sanita24.ilsole24ore.com/art/medicina-e-ricerca/2024-04-05/geriatri-4-anziani-10-esclusi-l-eta-cure-migliori-stigma-accorcia-anche-vita-rischio-mortalita-fino-4-volte-piu-alto-carta-firenze-primo-manifesto-mondiale-contro-l-ageismo-sanitario-140851.php?uuid=AFgiJyDB