“Abbandonati” – Rapporto di Amnesty International  su quanto successo nelle RSA

Violazione del diritto alla vita, alla salute e alla non discriminazione delle persone anziane nelle strutture sociosanitarie e socioassistenziali durante la pandemia da Covid-19 

Il 17 dicembre ’20, Amnesty International Italia ha presentato “Abbandonati”, il rapporto sulle violazioni dei diritti umani nelle strutture residenziali socio-sanitarie e socioassistenziali italiane durante la pandemia da Covid-19.

Amnesty International Italia ha raccolto oltre 80 interviste a familiari e operatrici in tre regioni d’Italia: Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto e ha analizzato l’impatto delle decisioni e azioni delle istituzioni nella risposta alla pandemia nelle residenze (RSA, Case di Riposo, etc.). Ecco i punti salienti del Rapporto: 

  • Sia a livello nazionale che a livello regionale e locale non sono state adottare misure tempestive per proteggere la vita e la dignità delle persone anziane nelle strutture residenziali; o il ritardo o, in molti casi, la totale mancanza nell’emanazione di provvedimenti adeguati, si sono spesso tradotti in violazioni del diritto alla vita, alla salute e alla non discriminazione delle persone anziane che vivono nelle strutture residenziali e degli/delle operatrici che vi lavorano; 
  • Le decisioni e le pratiche assunte dalle autorità a tutti i livelli, hanno anche avuto un impatto sui diritti alla vita privata e familiare dei residenti ed è possibile che, in certi casi, abbiano violato il diritto a non essere sottoposti a trattamenti inumani e degradanti; 
  • L’intempestiva chiusura alle visite esterne delle strutture, il mancato o tardivo sostegno delle istituzioni nella fornitura di dispositivi di protezione individuale (Dpi) alle stesse, il ritardo nell’esecuzione di tamponi sui pazienti e sul personale sanitario, sono alcuni elementi che hanno contribuito al tragico esito e che dimostrano la de-prioritizzazione di questa tipologia di presidi rispetto a quelli ospedalieri, nonostante la popolazione anziana fosse stata dichiarata dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), tra le più vulnerabili al virus fin dall’inizio della pandemia.

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