A Milano e nell’hinterland calano gli sportelli bancari

17 ottobre 24 tutti

L’impatto sociale del fenomeno esaminato il 17 ottobre al Consiglio generale Fnp e First Milano

A Milano e nei comuni limitrofi il numero delle filiali bancarie è in calo da diversi anni. Il fenomeno, noto come desertificazione bancaria e presente in tutta Italia, contribuisce a una rarefazione dei servizi sul territorio che è un disagio, soprattutto per gli anziani. Se ne è parlato giovedì 17 ottobre, a Milano, al Centro congressuale Fast di piazzale Morandi, nel corso del Consiglio generale in sessione di studio della Fnp e della First. Hanno introdotto i lavori Carlo Gerla, che ha presieduto l’assemblea e Gabriella Tonello, segretaria generale Fnp Cisl Milano Metropoli.

Come ha ricordato Tonello, i pensionati sono una quota non trascurabile della clientela degli istituti di credito: importanti per il loro numero e perché sono coloro che hanno in banca i risparmi di una vita. Oggi sono in gioco non solo la fiducia delle persone verso il sistema creditizio, ma anche un’idea di finanza come strumento di sostegno all’economia reale, con un legame e una funzione sociale.

La desertificazione bancaria: numeri e impatto sociale

Nel corso della tavola rotonda, moderata dalla giornalista Rita Querzè, Marino Perotta, segretario organizzativo della Fnp milanese, ha spiegato con i numeri l’entità del problema. Nella Città metropolitana ci sono 739.684 over 65, oltre il 23% della popolazione residente. In quest’area solo negli ultimi due anni, dal 2022 al 2024, il numero di filiali bancarie è sceso del 30 per cento. In breve, ha chiuso uno sportello su 3. Ci sono 15 Comuni che non hanno più uno sportello bancario sul loro territorio; 34 Comuni che hanno una sola filiale e, persino a Milano città, molti cittadini per andare in banca devono percorrere anche due chilometri.

Le conseguenze della desertificazione bancaria non sono sentite solo da anziani, ma anche da persone fragili, stranieri, da tutti coloro non hanno un’automobile e non hanno sufficiente familiarità con l’home banking. Anche micro imprese e artigiani vivono problemi analoghi e per loro una filiale bancaria chiusa vuol dire meno possibilità di accesso al credito, come ha ricordato Danilo Colomasi, responsabile settore credito Associazione Unione Artigiani.

Da Rescaldina a Milano, i problemi

Dal Comune di Rescaldina, – dove un istituto di credito ha di recente chiuso la sua filiale – il sindaco Ielo Gilles Andrè ha osservato che la chiusura di uno sportello ha diverse ricadute sociali. A chi possono rivolgersi le persone che hanno bisogno anche solo della postazione Atm per il prelievo? Come cambia la “piazza” del paese, senza una banca?

Interessanti osservazioni sul tessuto economico sono giunte da Marco Berselli, segretario di First Milano: mentre gli sportelli bancari diminuiscono, infatti, in città si ravvisa da tempo un sistema creditizio ombra e c’è un consistente problema di illegalità da considerare.

Pier Paolo Merlini, segretario First nazionale, ha detto che il sindacato segnala da tempo il problema e che il punto è, però, riflettere sul modello di banca che si vuole per il futuro. Molto si può fare ancora per migliorare l’alfabetizzazione informatica dei cittadini, a beneficio di tutti, e un’altra questione aperta è lavorare sull’educazione finanziaria.

Le risposte sul territorio

Le risposte non sono facili se, come ha detto Luca Gotti, di Abi Lombardia, spesso la banca è uno degli ultimi servizi a chiudere, in una zona che è già stata abbandonata da altre attività. Gotti ha anche ricordato che la storia degli sportelli bancari in Italia è stata caratterizzata da un boom di nuove filiali negli anni Novanta e che, dopo la crisi finanziaria del 2008 e i nuovi regolamenti finanziari che ne sono susseguiti, le banche hanno dovuto rispettare criteri molto più rigidi, che ne hanno vincolato il raggio d’azione.

Luisa Coltro, responsabile Bcc First Milano Metropoli, ha osservato come il credito cooperativo abbia svolto e svolga tuttora un ruolo nei territori, ma anche detto che le ultime normative hanno complicato l’operatività del sistema.

Per comprendere come e quanto il legame con le comunità locali sia importante, per la tenuta economica di tutto un territorio, illuminante è stata la testimonianza di Arne Fredrik Håstein, della Nordic Fincial Union, il sindacato scandinavo del settore finanziario. Håstein ha raccontato l’esperienza del modello creditizio norvegese, tra grandi gruppi finanziari e reti di casse di risparmio.

Dal dibattito sono emerse domande sui gruppi bancari italiani, esperienze e questioni da affrontare, come il tema delle truffe e della formazione. Le conclusioni sono state affidate ad Alessandro Marchesetti, segretario Cisl Milano.

Leggi il comunicato stampa del 17 ottobre