Rapporto annuale: Attività INPS condizionato dal covid. Forte incremento dei sussidi. Pensioni: permangono i divari tra nord e sud e tra donne e uomini 

Il 12 luglio u.s. è stato presentato il XX Rapporto Annuale dell’Inps, che copre nella sua interezza il 2020, un anno particolarmente impegnativo, in quanto all’attività ordinaria si è aggiunta quella straordinaria volta a fronteggiare l’emergenza sanitaria da Covid-19 e a garantire l’efficienza dei servizi e delle prestazioni a favore dei cittadini, dei lavoratori, dei pensionati e delle imprese.

Gli interventi messi in atto dall’Istituto per emergenza Covid hanno raggiunto oltre 15 milioni di beneficiari, pari a circa 20 milioni di individui e per una spesa complessiva pari a 44,5 miliardi di euro.

Sul piano contabile, la maggior parte della spesa per prestazioni Covid-19 dell’Inps è stata finanziata con stanziamenti a carico della fiscalità generale, una parte importante è rimasta tuttavia a carico del bilancio dell’Istituto; in particolare, la Gestione prestazioni temporanee ai lavoratori dipendenti, il Fondo di integrazione salariale e gli altri Fondi di solidarietà di settore hanno finanziato interventi di integrazione salariale per una spesa complessiva pari, nel 2020, a 7,3 miliardi di euro.

Inoltre, soprattutto per effetto del crollo dei contratti stagionali e a tempo determinato registrato nel 2020, le entrate contributive dell’Istituto si sono ridotte, rispetto al 2019, di 11 miliardi di euro. L’aumento della spesa per integrazioni salariali e la contrazione delle entrate contributive hanno determinato un peggioramento del risultato finanziario di competenza dell’Istituto, che è passato da +6,6 miliardi di euro del 2019 (il miglior risultato degli ultimi 11 anni) a – 7,1 miliardi di euro del 2020.

Al 31 dicembre 2020, i pensionati italiani erano pari a circa 16 milioni, di cui 7,7milioni uomini e 8,3 milioni donne. Nonostante le donne pensionate siano la maggioranza, le pensioni medie mensili degli uomini (pari a 1.897 euro) superano significativamente quelle delle donne (pari a 1.365). Il divario retributivo a livello territoriale si riflette nel dato pensionistico: le pensioni medie al Centro-Nord superano di poco i 1.700 euro, mentre quelle al Sud e Isole sono pari a 1.400 euro. Le prestazioni previdenziali rappresentano l’81% del totale, mentre quelle assistenziali il 19%.

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