Comunicato stampa
Le questioni emerse nella tavola rotonda sull’invecchiamento attivo. Maffezzoli: si completi la riforma con le Case di Comunità sul territorio
Nella seconda giornata del Congresso Fnp Milano Metropoli, al teatro Gregorianum, di via Settala, i pensionati della CISL si sono interrogati sui bisogni di salute dei cittadini over 65 – e dei cittadini tutti – . La battaglia della Fnp è che sia nel pubblico che nel privato il paziente sia innanzitutto considerato come una persona, ha detto Luigi Maffezzoli, segretario generale Fnp Cisl Milano Metropoli, avanzando la richiesta che la riforma sanitaria regionale venga completata e che si realizzi, in modo efficace, un’integrazione socio-sanitaria.
L’occasione è stata la tavola rotonda dal titolo “Invecchiamento attivo: una sfida per la sanità pubblica”, con esperti e rappresentanti istituzionali. In collaborazione con edizioni “Medico e paziente” e con la moderazione di Alessandro Visca, si sono confrontati Roberto Carlo Rossi, presidente dell’Ordine dei Medici di Milano; Lamberto Bertolè, assessore Welfare e Salute Comune di Milano; Gerardo Mele, geriatra, divisione di riabilitazione specialistica dell’Istituto Clinico Città Studi di Milano; Barbara Garavaglia, biologa della fondazione IRCCS Istituto Carlo Besta, esperta di medicina di genere; Maria Luisa Cito, Comunità di Sant’Egidio zona Corvetto; Luca Nuvoli, sindaco di Arese; Sabria Sharif, segretaria UST CISL Milano Metropoli.
Ha detto Luigi Maffezzoli:
Abbiamo preparato questo congresso realizzando quattordici assemblee territoriali nelle nostre dieci RLS. Da Legnano a Trezzo d’Adda, passando dalla grande città: in tutte sono emersi temi comuni. Tra questi il più sentito è stato quello della situazione sanitaria.
Dalle segnalazioni che arrivano nelle sedi, emergono le carenze dell’integrazione socio-sanitaria dei servizi. Per Maffezzoli,
le case e gli Ospedali di Comunità vanno realizzati coerentemente agli obiettivi indicati da Agenas, in primo luogo quello della “Presa in carico” dei più fragili e, in generale, dei malati cronici. Bisogna passare da una logica centrata sulle “prestazioni” ad una centrata sulla persona ammalata, ridando un ruolo al medico di medicina generale, il quale però deve sempre più diventare parte di un sistema territoriale nel quale agiscono, in modo coordinato, tanti altri attori: gli specialisti, gli assistenti sociali, i servizi del comune, gli infermieri di comunità, la continuità assistenziale.