Emilio Didonè sulla Giornata Mondiale dei nonni e degli anziani

Ciò che molti non riescono a vedere è che nella vecchiaia non si vive di meno, ma si vive diversamente

Lunedì 24 luglio, il giorno dopo la messa a Roma, a San Pietro, presieduta dal Papa per la terza Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, il segretario generale Fnp Cisl ha diffuso un messaggio con il suo commento sulla giornata. Ne pubblichiamo alcuni estratti.

“(…)Nel contesto contemporaneo la vita lunga non sempre può essere una benedizione, mentre nel passato la lunga esperienza di vita rappresentava un grande valore all’interno della famiglia e della società. Gli anziani erano considerati saggi. Oggi si pensa che siano altre le età della vita da valorizzare, e la domanda su come ricomprendere e riaffermare il valore della vecchiaia costituisce una delle grandi questioni umane e sociali della contemporaneità. Nelle metropoli, così come nei paesi, gli anziani, sempre più numerosi nonostante le carenze dei sistemi previdenziali e sanitari, cominciano a essere considerati estranei, stranieri, addirittura pericolosi. Ciò che molti non riescono a vedere è che nella vecchiaia non si vive di meno, ma si vive diversamente. La terza e quarta età, insomma la “vecchiaia” può essere il tempo della disponibilità, una dimensione assai rara nelle nostre vite tanto occupate. (…)

Il tempo, cioè, per dedicarsi agli altri, fossero anche soltanto i propri figli e nipoti e i familiari più giovani. La stessa indulgenza concessa in questa giornata è stata legata dal Papa più che ad una pratica religiosa ad un’opera di vicinanza, di carezza, di affettuosità agli anziani soli, non autosufficienti. (…)

Papa Francesco ha parlato della vecchiaia come stagione del dono e del dialogo. Una stagione in cui vivere la dimensione della gratuità e quindi dell’intelligenza del cuore. Egli vede gli anziani «portatori non solo di bisogni, ma anche di nuove istanze, di sogni, sogni però carichi di memoria, non vuoti, vani, come quelli di certe pubblicità; i sogni degli anziani sono impregnati di memoria, e quindi fondamentali per il cammino dei giovani, perché sono le radici». Gratuità, dono, ma anche dialogo tra le generazioni. Il messaggio è proprio questo: si può e si deve guardare in modo nuovo alla vecchiaia.(…)”

Emilio Didonè

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