Monsignor Paglia interviene sulla vita degli anziani nelle Rsa

La lettera al Corriere della Sera del 10 luglio: in gioco il senso che vogliamo dare alle nostre vite e alla vecchiaia

Monsignor Paglia ha scritto una lettera al Corriere della Sera, pubblicata lunedì 10 luglio, dopo la tragedia di Casa dei Coniugi di venerdì scorso. Vincenzo Paglia, che è presidente della Commissione per l’attuazione della riforma socio-sanitaria per gli anziani del ministero della Salute, ha ricordato che, per l’incidente nella Rsa, dinamiche e responsabilità dovranno essere accertate da parte delle autorità competenti. Il suo punto di vista, però, è quello di una riflessione più ampia sulla qualità della vita degli anziani. L’incendio a Casa dei Coniugi è solo il segnale di carenze di sicurezza, innegabili, nelle Rsa o c’è qualcosa d’altro?
Monsignor Paglia invita a domandarsi:

“È giusto vivere così gli ultimi anni della propria vita? In un casermone coi vetri delle finestre difficili da aprire, soli in un ambiente affollato, ma di fatto soli? O vivere e morire così a casa, senza uno straccio di aiuto, familiare o pubblico e privato? Le statistiche Istat ci dicono che così vivano centinaia di migliaia (anche milioni) di over 65. Davvero vogliamo per noi e per i nostri cari una vecchiaia così?”.

L’occasione per rivedere il presente e il futuro della terza età c’è: è la legge delega anziani, che dopo l’approvazione, attende l’applicazione concreta dei decreti attuativi. Monsignor Paglia scrive di un “sogno”, un ideale che dovrebbe essere il nostro auspicio per una terza età serena:

“il sogno di una vita a casa propria, o almeno in luoghi aperti, civilmente inseriti in un tessuto umano e sociale, circondati da quelle cure che permettono agli esseri umani di sentirsi ancora tali”.

Per leggere l’intervento di Monsignor Paglia in versione integrale:

Paglia10luglio2023