Il Piano nazionale della cronicità è fermo

Aggiornare il documento servirebbe a migliorare i servizi sanitari per 24 milioni di cittadini

Il Piano nazionale della cronicità non è ancora stato aggiornato. Una nuova programmazione c’è per il Pon, Piano nazionale oncologico 2023-2027 e per il Pmnr, Piano nazionale malattie rare 2023-2025, ma non per il documento che dovrebbe verificare e migliorare i servizi per chi soffre di malattie croniche. Si tratta di circa 24 milioni di cittadini, che soffrono di malattie diverse come il diabete, le cardiopatie, alcune malattie respiratorie e così via. Molti malati cronici, oltre la metà, hanno più di una patologia; 9 milioni soffrono di forme gravi; 8 milioni hanno un’età sotto i diciott’anni. Un fenomeno da non sottovalutare e che rientra, tra l’altro, nella missione 6 del Pnrr. È una nota della segreteria generale Fnp Cisl nazionale a ricordare quanto sia importante aggiornare il Piano nazionale della cronicità e dare risposte più puntuali a questa fascia di popolazione.

Piano nazionale della cronicità: servono più risorse

Un rinnovato Piano nazionale della cronicità, osserva la segreteria generale, dovrebbe essere prima di tutto finanziato e in secondo luogo bisognerebbe prevedere un monitoraggio e una verifica sui risultati. Un altro aspetto è la revisione dell’elenco delle malattie croniche aggiungendo, ad esempio, psoriasi, sclerosi multipla, cefalea cronica, poliposi nasale, apnee ostruttive del sonno.

Proprio la presenza del Pnrr potrebbe essere l’occasione per recuperare quanto, finora, è stato lacunoso anche su questo fronte, rinforzando le indicazioni sui Lea, livelli essenziali di assistenza, e potenziando la sanità territoriale anche per i cronici.

Fnp Cisl nazionale si unisce all’appello di Salutequità, associazione apartitica, perché venga aggiornato Il Piano nazionale della cronicità, prevedendo risorse dedicate, criteri trasparenti per la selezione delle patologie e impegno per superare le differenze dei servizi da regione a regione.