Municipio 9 di Milano: dov’è la sanità di territorio?

Due assemblee di fine 2022 hanno permesso a Fnp e Comitati di quartiere di raccogliere dubbi e domande dei cittadini sulla riforma sanitaria regionale

Gli abitanti del Municipio 9 di Milano si chiedono se la riforma sanitaria regionale risponderà davvero ai loro bisogni. In due assemblee pubbliche, molto partecipate, del novembre e dicembre 2022, nel quartiere Isola e in Comasina, molti cittadini della zona Nord di Milano hanno espresso dubbi e domande sull’effettivo rinnovamento della sanità territoriale. In Comasina, rappresentanti del Comitato di quartiere, dei sindacati dei pensionati (Fnp e Spi) e del sindacato degli operatori sanitari (Funzione Pubblica Cisl) hanno posto una serie di domande a Simona Giroldi, direttrice socio sanitaria della Asst Niguarda, sulla funzionalità delle due Case di comunità già aperte, Villa Marelli e via Livigno.
Nell’assemblea che si è svolta al quartiere Isola, si è partiti dal racconto delle esperienze di tre operatori sanitari impegnati nella casa di comunità di Villa Marelli: un medico di medicina generica, un medico della struttura e una dirigente degli infermieri di comunità.

Il Municipio 9 di Milano diviso in due?

Dalla Fnp milanese raccontano: “Colpisce un primo dato: molti cittadini non sanno della esistenza delle Case di comunità e non sanno cosa sono. Molti lamentano la scarsità di informazioni su cosa fa la casa di comunità e la difficoltà ad averle. Alcuni lamentano difficoltà anche nel trovare risposta al telefono. La gente chiede che ci sia un sistema informativo chiaro e autorizzato”.

Soprattutto, è venuta a galla una divisione geografica nei servizi territoriali previsti.
Il Municipio 9 è diviso dalla cerchia ferroviaria in una parte nord ovest (con circa 70.000 abitanti) e nord est (con circa 70.000 abitanti) e una parte sud (con circa 50.000 abitanti).
Mentre nella parte sud sono state avviate due Case di comunità, nella parte settentrionale, ad oggi, non è stato attivato alcun servizio sanitario territoriale, perché in via Ippocrate (ex ospedale psichiatrico Pini) rimangono alcuni servizi preesistenti, ma non è stata avviata la Casa di comunità.

Da questi primi incontri è emersa una realtà di ritardi nell’avvio delle case di comunità. Sarebbe importante, allora, che le due case aperte venissero potenziate, sia inserendo i servizi sociali di 1° livello del Comune di Milano, sia potenziando la presenza dei medici di base, oltre a dare nuova linfa agli infermieri di comunità e alla ADI.

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