Il 2022 è l’anno europeo dei giovani: rilanciare le nuove generazioni

Il 24 marzo la conferenza di presentazione all’Ara Pacis di Roma. Il problema: ridare speranza a chi è stato penalizzato dalla pandemia

Il 2022 è l’anno europeo dei giovani. Su proposta della Commissione europea, il parlamento e il Consiglio Ue hanno deciso di promuovere iniziative per valorizzare una delle fasce di popolazione più penalizzate dalla pandemia. L’anno europeo dei giovani coincide, non a caso, con il periodo di realizzazione del Pnrr, con l’auspicio che, in sinergia, vengano a concretizzarsi nuove prospettive.
Nelle intenzioni della Commissione, l’anno europeo dei giovani mira a informare sulle opportunità offerte dalla Comunità europea e vuole coinvolgere le nuove generazioni in momenti di consultazione e partecipazione attiva.
Per l’Italia il coordinamento delle iniziative, ancora non annunciate, è in carico al Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il 2022 è l’anno europeo dei giovani: lo scenario

Sono diversi gli studi che confermano le difficoltà vissute dalle persone sotto i 35 anni e amplificate in questi due anni di pandemia. I dati sull’occupazione mostrano che in quella fascia di età sussistono ampie zone di precariato, lavoro discontinuo e lavoro sottopagato, ma vi si trovano anche quote dei cosiddetti Neet, giovani che non lavorano e non studiano.
La precarietà si traduce nelle scelte sulla famiglia. La carenza di servizi, il contesto economico, la pandemia hanno fatto crescere una tendenza già nota, il progressivo calo delle nascite. Tra i più fragili preoccupanti sono i dati sui casi di salute mentale fra i minori e gli adolescenti.

Per l’anno europeo dei giovani è prevista il 24 marzo una conferenza stampa all’Ara Pacis di Roma, alla presenza di Fabiana Dadone, ministro per le Politiche giovanili.