Conferenza nazionale sulla famiglia: le proposte della Cisl

Positivo l’assegno unico, ma si può fare di più nella definizione dei beneficiari e in altre misure, per esempio sui congedi

La conferenza nazionale sulla famiglia ha chiuso i lavori il 4 dicembre. La quarta edizione dell’iniziativa, dal titolo “Famiglie protagoniste. Politiche per il presente e il futuro del paese” si è svolta in due giorni, il 3 e il 4, sintetizzando un percorso avviato da quattro seminari tematici a cura dell’Osservatorio nazionale della famiglia. Cisl fa parte dell’osservatorio e ha partecipato ai lavori, pensati come un momento di consultazione pubblica per la stesura del nuovo Piano nazionale per la famiglia.

Positiva è la valutazione del sindacato, perché in questo modo si è proposto al dibattito pubblico un tema decisivo, importante lo sviluppo del paese e per la sua tenuta sociale.
La Cisl ha apprezzato inoltre l’impegno del Governo e di Elena Bonetti, ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, che si sono mossi con l’obiettivo di disegnare una strategia organica su questo tema. Importante, in questo scenario, la misura dell’Assegno Unico ed universale, che pure avrebbe bisogno di correttivi ma è un buon risultato.

Conferenza nazionale sulla famiglia: che cosa c’è da fare secondo il sindacato

Nel corso della conferenza nazionale sulla famiglia si è parlato della questione demografica, del contrasto alle crescenti diseguaglianze ed alla povertà, dello sviluppo di politiche del lavoro e dell’occupazione femminile. Si è parlato di servizi, le cui lacune incidono sulle famiglie con bimbi piccoli, ma anche dei bisogni delle persone non autosufficienti e affette da patologie croniche.

Andrea Cuccello, segretario confederale Cisl, nel corso del suo intervento alla conferenza nazionale sulla famiglia ha avanzato alcune proposte per incidere in modo più consistente negli interventi futuri.
In merito all’assegno unico, ha rimarcato il fatto che si sarebbe potuto avviare un adeguato processo di concertazione, per definire meglio i contorni della misura ed evitare penalizzazioni. Cuccello ha ricordato che, infatti, a fronte di un 82% di beneficiari della riforma, che riceverebbero un beneficio medio di oltre 1.500€ annui, vi siano il 18% delle famiglie che risulterebbero penalizzate con una perdita media di circa 500€ annui.

Altre politiche per la famiglia, inoltre, sono possibili, ad esempio lavorando sul congedo parentale:

“Il congedo parentale è ancora indennizzato solo al 30% e solo per sei mesi a coppia genitoriale… Persino il congedo Covid arriva ad una copertura retributiva del 50%. E proprio il congedo Covid – rivolto a genitori in caso di quarantena, contagio o DAD del figlio con meno di 14 anni o disabile – è l’emblema della mancanza di attenzione al tema. Riattivato, pur se tardivamente, con il Decreto fiscale, ancora oggi non è realmente fruibile perché mancano le procedure operative di Inps”.