Regolarizzazione degli stranieri che lavorano: provvedimento insufficiente, da ampliare

“Anomala inadeguata.” A pochi giorni dal termine del provvedimento di regolarizzazione dei cittadini stranieri decisa dal governo Conte, la CISL di Milano, per bocca del presidente di ANOLF, Associazione Nazionale Oltre le Frontiere, Maurizio Bove, prende una netta posizione sull’iniziativa, considerandola insufficiente, in un editoriale pubblicato dal quotidiano “Il Giorno”. 

“Nonostante i proclami – scrive Bove –  che non si trattasse di una emersione generalizzata dal lavoro nero si è visto da subito.

Circoscritta a poche categorie, la possibilità di ottenere un permesso attraverso la regolarizzazione del rapporto di lavoro esistente è stata preclusa a tutti quei settori: edilizia, turismo, ristorazione e servizi alle imprese nelle quali trovano impiego molti dei cittadini stranieri.

E neppure è stata una sanatoria perché il secondo canale riservato a chi denuncia la propria presenza irregolare per ottenere un permesso per ricerca e lavoro è talmente limitato nei requisiti che alla questura di Milano le domande presentate ogni giorno non arrivano alla decina.

Un pasticcio normativo, insomma, complicato da una serie di circolari emanate allo scadere dei termini che non chiariscono i dubbi e risultano contraddittorie rispetto a quanto previsto inizialmente.

Ancora non si conosce l’importo per sanare i contributi pregressi in caso di emersione di un rapporto già esistente, così come non sa come deve comportarsi il richiedente asilo che aspira ad un permesso per lavoro, ma ha già un contratto in regola, per esempio come cameriere.

Criticità sostanziali che si riflettono nei numeri e nella tipologia delle domande presentate.

A fronte di una stima degli irregolari che oscilla tra le 450.000 e le 600.000 persone interessate,  le istanze non raggiungono al momento nemmeno quota 200.000, minimo fissato dal governo e rientrano quasi per il 90% nel settore domestico e di assistenza alla persona.”