Le RSA vanno riaperte in sicurezza, ma la Regione non risponde alle famiglie

Milano, 24 giu. (askanews) – ancora la questione della riapertura graduale in sicurezza delle RSA, ai nuovi ospiti e ai parenti, a tenere banco nel confronto tra sindacato pensionati FNP CISL Lombardia e regione Lombardia.

“Quotidianamente riceviamo decine di telefonate di famiglie che stanno vivendo situazioni difficili e “veri propri incubi”“, ha affermato Emilio Didonė, segretario generale FNP CISL Lombardia, e il “muro” burocratico alzato da palazzo Lombardia impedisce di fatto un ritorno di normalità  nelle RSA lombarde.

Il tavolo di confronto tra rappresentanti RSA e regione Lombardia, esclusi e non invitati i sindacati dei pensionati, non ha partorito i risultati concreti che ospiti, famiglie e parenti aspettavano da mesi, si legge in una nota.

Anche dopo le ultime delibere regionali, in Lombardia ancora tutto in standby. E se continuasse cosi, probabilmente sarà  difficile prevedere qualcosa di riaperto prima di settembre.

“Il presidente del Veneto ha firmato l’ordinanza che riapre ‘di fatto’ le case di riposo e le strutture sociosanitarie residenziali e semiresidenziali per minori, disabili, persone con problemi di dipendenza e di salute mentale.

La regione Veneto ancora una volta più concreta e più avanti di regione Lombardia che si dimostra non all’altezza, costretta a mangiare polvere e rincorrere. Altro che fare gli sboroni sulla nostra eccellenza lombarda, impariamo le buone pratiche da altri con più  umiltà  e meno presupponenza”.

Emilio Didoné afferma di continuare la battaglia a nome di molte famiglie disperate per costringere Regione Lombardia, oltre a deliberare, “a imparare a mettere in campo controlli e verifiche della sua applicazione pratica nelle RSA e altri centri di disabili residenziali e semiresidenziali.

Regione Lombardia ha si deliberato la riapertura delle RSA, ma quanto ha previsto in questo atto non abbastanza chiaro e applicabile”.

“Siamo stanchi dei soliti annunci che non portano a nulla di concreto per i cittadini, per le famiglie. Perché  continuare a deliberare se poi non cambia niente, se nessuno si preoccupa di verificare, a chi giova?”