Furlan: Sì alla concertazione, ma non soltanto con sorrisi e buone maniere

Dopo mesi di manifestazioni unitarie – confederali e di categoria – e dopo la settimana di mobilitazione per chiedere risposte concrete al governo – su fisco, pensioni, contratti pubblici, welfare, politiche per la crescita – l’ipotesi di un patto per il lavoro con l’Esecutivo, avanzata da Maurizio Landini, vede Via Po e Corso Italia su posizioni divergenti.

“Se dopo tanto tempo Maurizio vuole far sua una nostra vecchia proposta – commenta la leader della Cisl, Annamaria Furlan, in un’intervista a La Stampa -, non posso che esserne contenta. Ma la concertazione è una cosa seria, non può essere fatta di sorrisi e buone maniere”.

Per la segretaria generale, c’è bisogno di “essere chiari nelle scelte e negli obiettivi, dire dei sì o dei no”.

Furlan cita l’esempio della Finanziaria, per modificare la quale i sindacati si sono mobilitati unitariamente: “Ci sono cose positive, come la promessa di una seria lotta all’ evasione e le risorse per ridurre il cuneo fiscale – evidenzia. Le risorse però sono poche, non c’è nulla sulla rivalutazione delle pensioni, ancora troppo poco per l’innovazione, la ricerca, le assunzioni e i rinnovi contrattuali della Pa. E i cantieri pubblici sono bloccati come prima”.

La numero uno di Via Po ribadisce che la Cisl, come è nella sua storia, non giudica “dal colore politico di chi governa”.

“La concertazione la si fa fra soggetti liberi e autonomi – prosegue -. Se viceversa serve a introdurre per legge la riforma della rappresentanza, il salario minimo o a modificare le regole sul mercato del lavoro, non va bene. Il nostro faro sono gli interessi dei lavoratori. Non firmiamo patti al buio, noi giudichiamo i governi dai fatti”.

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