Rapporto ISTAT: Viviamo di più, ma nascono troppo pochi bambini

L’Italia è al primo posto in Unione Europea per la longevità, al pari di Svezia e di Malta.

Lo certifica l’ISTAT che rileva che l’aspettativa di vita è stabile, per gli uomini, a 80,8 anni e a 85,2 per le donne. Una buona notizia accompagnata da due un po’ meno buone: in Italia vi sono 56 persone in età non lavorativa ogni cento in età lavorativa.

In Europa restiamo il fanalino di coda per quanto riguarda la fecondità: in media ogni donna in età fertile ha 1,32 figli, un dato «Sensibilmente inferiore – rilevano dall’Istituto di statistica – alla soglia che garantirebbe il ricambio generazionale (circa 2,1 figli)». L’età media della madre è di 31,9 anni, le più giovani risiedono nelle regioni del Mezzogiorno. Nella graduatoria europea, il nostro Paese si colloca all’ultimo posto per fecondità, insieme alla Spagna».

Di conseguenza nel 2018 è proseguita la diminuzione della popolazione residente. Oltre un terzo dei residenti è concentrato in sole tre regioni: Lombardia, Lazio e Campania. Il Mezzogiorno si conferma l’area più popolata del Paese, ma è anche quella che va perdendo più residenti. A livello europeo l’Italia, con quasi il 12% degli oltre 512 milioni di abitanti dell’Ue, è il quarto paese per importanza demografica dopo Germania, Francia e Regno Unito (dati 2017)

Per quanto riguarda la spesa sanitaria essa supera di poco i 2.500 dollari pro capite a fronte degli oltre 3.000 spesi in Francia e Regno Unito e dei 4.000 in Germania. Numeri che ci collocano al 12° posto nella Ue.

Nel 2016 in Italia i decessi per tumori e malattie del sistema circolatorio sono rispettivamente 25,3 e 29,6 ogni diecimila abitanti.

Nel Mezzogiorno la mortalità per tumori si conferma inferiore alla media nazionale (anche se la Campania presenta i tassi di mortalità più elevati tra quelli regionali) mentre è più elevata quella per malattie del sistema circolatorio.

Nel nostro Paese la mortalità per queste cause è inferiore alla media europea.

In Italia il tasso di mortalità infantile, importante indicatore del livello di sviluppo e benessere di un paese, torna a ridursi nel 2016 dopo la battuta d’arresto dell’anno precedente attestandosi tra gli otto valori più bassi in Europa.

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