La vera emergenza sicurezza è quella sui posti di lavoro _ Di Annamaria Furlan

Aveva poco più di quarant’anni l’operaio morto ieri all’Ansaldo Energia di Genova lasciando orfani due ragazzi in tenera età.

E’ una tragedia terribile, immensa, una sconfitta per tutti, per la quale non basta più indignarsi.

Nel nostro Paese ogni giorno in media tre persone perdono la vita sul lavoro.

Succede in tutti i settori, privati e pubblici. E’ una lenta morte collettiva, silenziosa, incrementata dalla precarietà, dai mancati investimenti in sicurezza, dall’omissione dei controlli.

In nome spesso del profitto ottenuto sulla pelle dei lavoratori.

Eppure la sicurezza nei luoghi di lavoro è un ”non tema” nel dibattito pubblico, politico ed istituzionale.

Se ne discute solo nelle formali note di cordoglio, dopo l’ennesima ”morte bianca”.

Poi si va avanti come prima, si aspetta il prossimo incidente, come se nulla fosse. Nessun esponente del Governo ha usato in questi mesi la parola ”sicurezza” riguardo alla sicurezza che davvero manca in Italia, quella nei luoghi di lavoro, negli appalti e sub appalti dove i controlli sono pressoché inesistenti.

Ma se ne parla poco anche nei territori, nelle regioni, nei comuni, nelle scuole, nelle università, sui mass media, in tutti i posti in cui invece si dovrebbe costruire una vera alleanza per imporre il rispetto della vita e del valore del lavoro, come spesso ci ricorda anche Papa Francesco. Si dovrebbe puntare ad uno sviluppo industriale compatibile con la sicurezza, la tutela dell’ambiente, la messa in sicurezza del territorio.


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