6 ospedali italiani tra i primi 100 del mondo nella classifica di Newsweek

Sono il Gemelli di Roma, Niguarda di Mlano, il Sant’Orsola di Bologna, San Raffaele-Gruppo San Donato di Milano, Humanitas di Rozzano e Azienda ospedaliera di Genova

Sei ospedali italiani figurano nella classifica internazionale stilata da Newsweek delle prime cento strutture sanitarie al mondo. L’elenco “The World Best Hospitals 2022”, che comprende 250 ospedali, inserisce tra i primi 10 enti statunitensi e al 37esimo posto Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma, al 50esimo il Niguarda di Milano, al 60esimo il Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, all’80esimo Ospedale San Raffaele-Gruppo San Donato di Milano, al 92esimo Azienda Ospedaliera di Padova. Tra i primi 250 sono menzionati anche Ospedale Borgo Trento di Verona, il San Matteo di Pavia, il Papa Giovanni XXIII di Bergamo e IRCCS Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia.
Il Policlinico Gemelli, secondo questa classifica, si conferma un’eccellenza italiana, guadagnando alcune posizioni rispetto all’anno scorso: passa, infatti, dal 45esimo posto al 37esimo.

Sanità italiana: punti di forza e lacune

La sanità italiana, sul fronte dei servizi ospedalieri, vede confermati alcuni luoghi di eccellenza. Per Emilio Didonè, segretario nazionale Fnp Cisl,

“Abbiamo ancora una delle sanità migliori del mondo, sicuramente nella Top10, e questo grazie soprattutto alla professionalità e al senso di responsabilità di medici, infermieri e operatori in prima linea, che, guarda caso, lavorano anche con stipendi inferiori di colleghi di altri Paesi nostri vicini”.

Ci sono, però, molti aspetti tuttora lacunosi nel Servizio sanitario nazionale. Altri studi ci dicono che le lunghe liste d’attesa per esami e visite mediche rappresentano un disagio per il 75,5 per cento degli italiani. È ancora molto diffusa, poi, la migrazione al Nord di molti malati delle regioni del Sud Italia che hanno strutture sanitarie carenti. Per tacere dei punti deboli della sanità territoriale, è importante anche quanto spendono gli italiani per visite e cure pagando i ticket: il cosiddetto “out pocket” arriva a sfiorare i 559 euro a persona.
Dice Didonè:

“Noi cittadini siamo consapevoli che la nostra sanità ha bisogno di un forte e immediato scossone”.